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Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi [...] La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti [...] C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata [...] E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.

M.Kundera

domenica 19 febbraio 2012

Possesso e impermanenza



La parola POSSESSO... è così piena, sembra così definitiva e spesso produce una sensazione di vittoria, di completezza per chi crede di avere veramente ottenuto qualcosa.
Questo qualcosa può essere un oggetto che volevamo da tempo, un auto, un vestito, una donna, un uomo, un figlio.

Non c'è niente che noi possiamo possedere se non la nostra illusione di avere, il nostro egoismo, in questa vita niente è nostro, tutto può svanire da un momento all'altro


 Credo che troppo spesso ce ne dimentichiamo e che questa consapevolezza sia necessaria. 


14 commenti:

  1. Possesso è soltanto un anello della catena che ha per estremi Dolore e Noia.
    Il dolore genera mancanza, la mancanza genera bisogno, il bisogno genera il desiderio che vuol esser soddisfatto, la soddisfazione genera piacere, che ben presto sfocia nella noia.
    Su tutto regna l'illusione, il velo di Maya.

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  2. Finché non ci accorgiamo di vivere di illusioni

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  3. Essere posseduti dalla smania di possedere, bel tema.
    In effetti si sta bene con le persone che non ti vogliono possedere, che ti stanno accanto e ti rispettano, pur relazionandosi con te.
    "Si fa quel che si può" era il mio motto di qualche anno fa. Ma si potrebbe anche dire "Si è quel che si può".

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    1. Già..la nostra natura non si può cambiare. Si può plasmare magari, smussare qualche angolo, ma noi siamo quello che siamo e non è giusto neppure spersonalizzarci, cercare di essere diversi per piacere agli altri, per sentirci amati... ma questo è altro tema. (di sicuro tu credo ne sappia più di me a proposito di psiche..)

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  4. I più scaltri preferiscono farsi possedere, trasformando così il dolore in piacere.
    Ben sapendo l'infinito potere che lo schiavo ha sul padrone.

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    1. Non si può scegliere la propria natura per una questione di convenienza.
      L'appartenenza e il piacere che ne deriva fa parte di un sentire.
      Tra i due ruoli comunque, non so chi possa trarne il maggior vantaggio... e se si possa parlare di scaltrezza a rivestire il ruolo di schiavo, casomai il contrario.

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  5. Ciaoooo!!
    come stai???
    scusa la "sparizione"..
    ho un nuovo indirizzo mail cmq ciri1983@hotmail.it
    non so se mi hai scritto all'altro,
    ho dovuto disattivarlo che c'era qualcuno che stava diventando assillante!
    ma ci sono eh!raramente che studio studio studio studio..se avessi studiato sempre così,
    a quest'ora ero in POSSESSO di una laurea e anke 2!!:D
    torno seria,questo post tanto breve quanto intenso,in fondo,la smania di possedere è fonte anche di stress..no?credo che sia bello volere con intensità qualcosa,purchè rimanga tutto sano.non è sempre semplice però..soprattutto quando le cose sfuggono..
    un abbraccio fortissimo!!
    (da noi una neve da pa-u-ra!)

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    1. Piacere di averti ritrovata.
      Pubblicare il tuo indirizzo qui, anche se non c'è così grande affluenza, non è stata una gran mossa soprattutto se vuoi tenerlo segreto.

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  6. condivido. E' una consapevolezza che non ci dovrebbe mai abbandonare. Si rischia di confondere realtà e illusione. Restando amaramente delusi.

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  7. ...passavo di qua. Un abbraccio tutto per te!

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  8. Approdo qui per caso e rimango sorpresa! Si vede che hai tanto da dire..continua così, leggerti è un piacere!

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  9. Credo esista solo l'illusione del possesso. Un'illusione molto ben arredata da chi crede di possedere e chi crede di concedere. Un vestito, in poche parole, per non mostrare in tutta la sua nudità l'impossibile che sta dietro al semplice sincero. Inteso come assoluto.

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